Ciao Pina.

Pina Beglia non c’è più. La storica chef che nel 1982 fondò e portò in alto il nome dei Balzi Rossi, con la conquista della prima Stella Michelin nel 1985 e della seconda nel 1991, è scomparsa dopo una breve malattia.
Tanti sono i riconoscimenti che ha ottenuto nel corso della sua carriera, che l’ha fatta viaggiare molto tra Italia ed estero. Un’antesignana, in questo senso, di quanto poi sarebbe accaduto decine di anni più tardi, con la figura dello chef diventata una vera e propria icona.

Lei, però, non amava apparire: la sua umiltà era punto di forza del suo carattere, insieme a grinta e determinazione, caratteristiche che le hanno permesso di far diventare i Balzi Rossi una meta ancor prima di una sosta.
Con la scomparsa di Pina non esiste più la memoria storica del ristorante, che per me e i miei ragazzi è stata fondamentale nell’approcciarsi a questa terra” dichiara lo chef Enrico Marmo. Pina rappresentava molto di più di una delle migliori cuoche di sempre in Italia. Ci mettevamo a parlare di cucina per ore e ore con le nostre idee che non sempre combaciavano ma era bello proprio quello, il confronto. Quando ho deciso di tornare ai Balzi Rossi era felicissima, credeva che avrei potuto riportare I Balzi” al successo di allora. Questo è sicuramente il più grande pensiero che mi porto dietro. Da qui è necessario ripartire, dobbiamo farlo per lei, che nella vita non si è mai abbattuta di fronte agli ostacoli”.

UNA VITA IN CUCINA

È stata una vita dedicata alla cucina quella di Giuseppina Beglia, sanremese che decise di lasciare il ristorante di famiglia nel 1961 per lavorare in quello di Andrea – “Gino”, a Camporosso Mare (IM) – l’uomo della sua vita. In poco più di vent’anni i due – lei in cucina e lui in sala – riuscirono a conquistare due stelle Michelin, quasi un unicum in Italia, dove se ne contavano in tutto una decina. Poi, la decisione di aprire un’attività in proprio, che rispondeva al nome di Balzi Rossi a Ventimiglia (IM), nel 1982.

Qui, la decisione di portare una cucina espressa e tradizionale, che non aveva dato immediatamente i risultati aspettati. Di quel periodo diceva All’inizio non è stato semplice: il primo anno ho pianto. Poi, sono arrivate due importanti visite, dopo le quali è stato tutto in discesa: Raspelli consigliò di mettere il giornale sotto il braccio e di andare ai Balzi Rossi e Francis Merlino della Gault & Millau fece conoscere il ristorante ai francesi”. Quest’ultima guida assegnò ai Balzi Rossi, nel 1992, anche la prima Clé d’Or conferita al di fuori della Francia, mentre soli due anni dopo arrivò il Cordon d’Or di Monaco. Dopo la prima stella Michelin ottenuta nel 1985, sei anni dopo arrivò anche la seconda, grazie a piatti ancora iconici – come la lasagnetta al pesto, la retata e il cundijun – e al servizio di sala del marito poco dopo scomparso. Gli stessi piatti sono stati riproposti al ristorante con il ritorno di Enrico Marmo – da marzo 2022 – in una sezione a sé del menu: Gli Iconici, dove lo chef rilegge in chiave contemporanea alcune delle ricette di maggior successo di Pina.

Giuseppina Beglia era una grande avanguardista anche in fatto di tecnologia in cucina. Era stata infatti la prima ad acquistare un abbattitore in tutta la regione ligure, strumento senza il quale oggi quasi non si potrebbe pensare di aprire un’attività ristorativa di fine dining. Ma allora non era così.
La carriera di Pina Beglia è stata costellata di viaggi, che le hanno permesso di portare la sua idea di cucina ligure in Italia e nel mondo. Da Tokyo a Parigi, da San Francisco a Monaco e da Los Angeles a Hong Kong, senza dimenticare la sua Genova, dove cucinò al G8. Lasciò un segno talmente importante nella cucina, che ricevette premi anche quando aveva smesso di cucinare: è del 2013 il premio “Castagnola d’Oro” ottenuto dal circolo della Castagnola, mentre è del 2019 il premio San Segundin d’Argentu, assegnatole per la sua lunghissima carriera nel campo della ristorazione.

Il mondo della cucina perde un pezzo importante della sua storia.

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